giovedì, settembre 07, 2006

Missioni "pret-a-portér"

Destra o Sinistra, la vocazione provinciale ad interpretare in chiave di politica interna ogni scelta di politica internazionale non mi pare sia cambiata nel passaggio dal berlusconismo al prodismo-d'alemismo.
Come pure non mi pare sia mutato l'orientamento a fare del pacifismo un'arma "impropria" nella dialettica politica interna a seconda delle convenienze delle piccole botteghe dei piccoli partiti pacifisti.
Il Bertinotti ormai di governo e sempre meno di lotta, e il suo fido scudiero Franco Giordano (che io ricordo segretario provinciale di una FGCI al declino e vedi un po' che ha combinato tangentopoli...!), si affannano a "pompierare" i focherelli pacifisti che si riaccendono puntualmente alla sinistra della sinistra, cioé dalle parti del Diliberto castrista e chavista, del Pecoraro Scanio solecheghigna, della diaspora movimentista-trockista interna ferrandiana.
In questo li aiuta il sostanziale declino del pacifismo (vedi il sostanziale fallimento del raduno di Assisi) e l'ipocrisia dei "nomen": perché una missione di peace's keeping o peace's enforcing, se formalmente targata ONU, e se diretta a contenere gli ardori difensivi israeliani, è "cosa buona e giusta", e quindi spendibile anche dalla sinistra antiamericana e antisraeliana filopalestinese e sotto sotto filohezbollahiana e filoiraniana (in fondo "il nemico del mio nemico è mio amico", no?); mentre le spedizioni in Afganistan e Irak, fa niente se legittimate ex post dalla stessa ONU, e fa niente se orientate ad esportare la democrazia (con le prime elezioni libere in quei martoriati paesi), sono naturaliter "guerrafondaie" perché sporcate dall'iniziativa a stelleestrisce.
Intendiamoci: l'iniziativa di politica estera dalemiana è opportuna e segna un positivo dinamismo, anche se destinata a raccogliere meno di quanto si riprometteva (l'Italia rimane fuori dal "sestetto" che cerca di trattare con l'Iran la moratoria sul suo falso nucleare pacifico e autentico nucleare bellico).
Rivenderla, però, come una sostanziale discontinuità rispetto all'atlantismo berlusconiano è operazione di puro marketing elettorale interno, necessaria a tener buona e possibilmente coesa una maggioranza divisa praticamente su tutto (come dimostrano le polemiche sui contenuti della manovra finanziaria, e sulla sua entità).
L'ONU è davvero una foglietta di fico, che non può coprire la realtà: gli israeliani hanno accettato l'arrivo delle forze UNIFIL solo perché pressati dagli USA e dal nuovo "multilateralismo" di Condoleeza Rice; e gli USA hanno dovuto delegare ad altri la missione perché non potevano permettersi di mandare truppe in regioni dove esse sono quasi più invise che in Iraq, e di regalare un formidabile argomento propagandistico agli aiatollah iraniani; né avrebbero potuto tollerarlo Russia e Cina, grandi importatori ed esportatori in affari con Teheran e protettori non occulti, per interessi propri concreti, del "pazzo" Amadinejad.
Mentre si avvicina l'anniversario dell'11 settembre, grande è la confusione sotto il cielo, come diceva Mao Tse Dong, gli equilibri economici mondiali si ristrutturano verso il dragone cinese, l'Occidente declina smarrendo la sua identità e i suoi valori, l'Islam oscurantista e pre-medievale avanza anzitutto culturalmente con le sue indisturbate enclaves nelle società occidentali, il petrolio va rapidamente esaurendosi per l'inesausta sete energetica cui si aggiunge la poderosa spinta produttiva e consumistica cinese, il clima è cambiato e non promette nulla di buono (per il decisivo contributo sino-indiano specialmente, guardate cosa è accaduto proprio negli anni del boom economico di "Cindia").
E noi qui in Italia, ormai periferia delle periferie occidentali, stiamo a baloccarci con missioni "buone" e "cattive", tronfi discorsi prodiani alle truppe in partenza (e si criticava il berlusconismo militarista!!!), compiaciute interviste dalemiane, tese a farci sapere che dalla barca a vela era sempre aperta la linea diretta con l'amica "Condoleeza", furbate finiane dell'ultim'ora su impossibili ordini del giorno tesi a rivendicare continuità tra le missioni vecchie e nuove che mai e poi mai la maggioranza potrebbe permettersi di ammettere in pubblico, pena la sua immediata rottura con gli ipocriti pacifisti nostrani arcobalenisti.
Come diceva la Mondaini a chiusura di "Casa Vianello": che noia, che barba, che barba, che noia.