Repubblica continua la saga della Letizia, cui dedica le energie migliori della sua redazione.
Con l'intervista al presunto fidanzato di Noemi è sceso in campo, nientepopodimenoché, Giuseppe D'Avanzo, come dire il Gian Antonio Stella del quotidiano romano, che nel decantati solco del grande giornalismo "d'inchiesta" (quello che una volta si occupava di stragi, mafia, corruttele, delitti eccellenti, cioé "robetta" al confronto dei "misteri di Noemi") ha intervistato il fidanzato (presunto) della ragazzina, un meccanico di discreto aspetto nerboruto e di qualche precedente penale (ma questo ovviamente taciuto), il quale ha dichiarato la sua verità sull'affaire, che coincide con le prime ipotesi investigative proposte dal "Washington Post" de noaltri: il book fotografico, l'intermediazione di Emilio Fede, la chiamata telefonica inattesa, la vacanza nella villa sarda, con condimento di decine di ragazze giovani e avvenenti, la improvvisa mutazione della Noemi, evidentemente assoggettata alle insane voglie dell'anziano anfitrione.
A questo punto Letizia padre ha dichiarato al Mattino di Napoli la sua verità: un incontro casuale una decina di anni fa, una lettera accorata all'indomani della tragica morte del fratello più grande di Noemi, la presentazione della famiglia al Cav., con la Noemi bambina di otto anni o giù di lì che propone di chiamare Silvio "nonnino", corretta dal padre che le suggerisce "non esagerare (mica è così vecchio) chiamalo papi".
E chissà perché a questo punto, come San Paolo sulla via di Damasco, un'illuminazione mi ha attraversato tutto, come una scarica elettrica: E SE FOSSE SUO NONNO????
Poiché ci si muove in un contesto puramente "indiziario", la realtà è aperta infatti a tante diverse letture.
Vediamo un po': la mamma di Noemi ha più o meno la stessa età di Marina Berlusconi, e se ci fate caso ha un profilo, con la mascelletta, e uno sguardo, che ricordano Marina, che è poi la versione femminile del Cav., ben più di Piersilvio, e molto più dei figli della Veronica, in cui i caratteri somatici del Cav. si sono meglio mescolati con quelli della Miriam Bartolini (in arte Lario).
Sappiamo anche che la mamma di Noemi ha frequentato ambienti televisivi, nei tempi di sua gioventù, senza grande fortuna, ma li ha frequentati, e anche qui ci potrebbe essere l'imprinting paterno, i geni non sono acqua fresca.
Poi ha sposato un oscuro dipendente comunale di bell'aspetto, che aveva frequentazioni socialiste nella Napoli socialista dei De Donato, che in fondo era uno dei milieu del Cav. (non Napoli, ma l'ambiente del P.S.I. craxiano).
E chissà, a questo punto, che come in un feilleuton di fine ottocento, il Cav. non abbia scoperto proprio sul finire degli anni '90 che tra le sue varie avventure in giro per l'Italia una aveva prodotto un frutto proibito e inconfessabile: una figlia naturale, mai riconosciuta e mai riconoscibile, a salvaguardia degli interessi dei rampolli legittimi, che già fan fatica ad andare d'accordo tra loro (certo non deve essere stato piacevole per Marina e Piersilvio ritrovarsi figli di separati perché Veronica Lario aveva avvinto nelle sue grazie il papà, ma questi sono probabilmente dettagli per Veronica).
Che fareste voi se scopriste di avere una nipote naturale, che è peraltro la più grandicella tra tutti i nipoti, e che, sfortunata, mai ha goduto e mai potrà godere dei frutti solari, pieni e polposi, di una illustre e ricca ascendenza?
Andreste ai suoi compleanni? Le fareste qualche regalino? La invitereste con un'amica, facendole trovare un ambiente "giovane", per regalarle una vacanza di fine anno? Vi ricordereste della festa dei diciotto anni?
Certo che lo fareste, tutti, senza distinzione.
Ma voi mica vi chiamate e siete Silvio Berlusconi, mica avete già cinque figli legittimi e quattro nipoti legittimi, mica dovete preoccuparvi di evitare che una verità "nascosta" deflagri come una atomica distruggendo quel minimo di armonia tra i figli che va pazientemente costruita col bilancino tra donazioni, intestazione di immobili e valori immobiliari, partecipazioni azionarie.
E forse addirittura preferireste, da un certo punto di vista, sentirvi dare del corruttore di minorenni e quasi pedofilo, sopportando lo sputtanamento muliebre e le inchieste di Repubblica, piuttosto che dover ammettere questa "verità nascosta" così destabilizzante, non per lo Stato o i destini dell'Italia, ma più prosaicamente per i destini di una famiglia.
La "variante del nonno", dite la verità, non l'avete mai considerata, e non la considera nemmeno Repubblica, perché al quotidiano di via Cristoforo Colombo, e al suo editore De Benedetti, interessa solo che l'Italia intera tracimi di indignazione per l'anziano signore che insidia le minorenni, cioé metaforicamente e potenzialmente, le "figlie" di tutti, dell'edicolante, come del vigile urbano, dell'operaio, come dell'avvocato, del medico, come del giornalista, insomma di tutta la "ggente".
E in Italia si sa, marturianamente, "i figli so' piezze e' core".
martedì, maggio 26, 2009
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