La Veronica, anziché accorrere soccorrevole a confortare Silvio e a nettargli il volto lordato dalla polvere dei ruderi aquilani, s'è lanciata in una breve e fiera invettiva contro la possibile eurocandidatura di "veline", definite "ciarpame" atto sostanzialmente a sollazzare l'Imperatore.
La scelta del sostantivo, che letteralmente vuol dire "insieme di cose vecchie e senza valore, ammucchiate alla rinfusa", e che è accrescitivo spregiativo di "ciarpa", s'adatta forse allo scarso valore delle "veline", che però propriamente vecchie non possono dirsi, essendo figliole max trentenni di buona fattura italica.
Epperò, questa silenziosa e schiva "first lady", che non frequenta i vertici dei capi di Stato e di governo dal lontano 2004, non si capisce davvero perché rompa il proverbiale e sbandierato riserbo proprio in questo momento e senza apparente provocazione; almeno, ai tempi della lettera su Repubblica, l'impunito Silvio s'era lasciato andare ad una dichiarazione d'amorosi sensi ipotetici verso la Carfagna (ti sposerei), che in quanto pubblica poteva giustificare una risposta pubblica.
Ma dappoiché Veronica accettò le pubbliche scuse dell'Augusto consorte, e nell'estate scorsa si lasciò con lui fotografare mano nella mano nella tenuta sarda, circondata dai suoi tre figli e dai figli di primo letto del Cav., suscita meraviglia ora questa improvvisa pubblica reprimenda, che segue non a dichiarazioni ma a pissi pissi bao bao sulle eurocandidature; e forse all'andata di Berlusconi alla festa privata di una diciottenne di Casoria che, pare, lo chiami "papi".
Che c'entri all0ra, come direbbe Casini, la guerra sotterranea per la suddivisione dell'immenso patrimonio di Silvio?
E sì, perché quell'insistito richiamo alla tutela dei propri figli pare alludere, più che alla salvaguardia della loro dignità offesa da questa diciottenne figlioccia adottiva, alla questione della divisione delle quote azionarie della Fininvest e delle varie aziende di famiglia tra i tre rampolli di secondo letto e i due di primo, essendo già Piersilvio e Marina saldamente insediati sul ponte di comando della portaerei; non meno che di tutte le infinite proprietà immobiliari e degli inimmaginabili conti e conticini, fondi e fondoni, titoli e titoloni.
Insomma, per ribadire che la divisione dei titoli (azionari, di proprietà, mobiliari) deve esser fatta senza far torto ai figli più piccoli, cosa c'è di meglio dei titoloni dei giornali, sopratutto quando, tra iniziative post-terremoto, G8 aquilano, 25 aprile onniano, la stella del Cav. brilla più fulgente che mai nei cieli italici?
Un po' di cautela, dunque, nel celebrare nella Veronica furiosa una memorabile riedizione della Filomena eduardiana; che quella, almeno, s'era guadagnata i propri diritti dopo vita di pubblica peccatrice e di privata concubina, sfacchinando e reggendo la casa; e questa sua improbabile riedizione, invece, fu tratta da teatri e teatrini di posa, e da pose fotografiche più o meno languide, e insignorata in sostituzione della prima moglie.
Cui, se permettete, andrebbe qualche simpatia in più, non foss'altro perché non ha accesso ai grandi quotidiani né ha ispirato smemorabilissimi libri latelliani.