sabato, aprile 12, 2008

UN VOTO UTILE (ALMENO PER ME)

Ho seguito con crescente distacco e fastidio la campagna elettorale, sia in TV che sui giornali; anzi, per i miei parametri, non l'ho seguita affatto, salva la vicenda relativa alla provvisoria ammissione della lista della DC di Pizza, che mi interessava sotto il profilo giuridico (e mi ha immalinconito pensando in quali mani sia finita e come sia penosamente contesa una "insegna" politica che ha avuto ben altri fasti, e qualche nefasto, e il cui peso nel mercato elettorale attuale credo sia abbastanza irrisorio).
L'inseguimento veltroniano sul classico terreno della politica plastificata e imbellettata di Berlusconi ha manifestato l'assoluta inadeguatezza dei competitors maggiori rispetto all'ampiezza e gravità del declino italiano, inquadrato nello scenario ancor più drammatico del declino occidentale.
Un continuo chiacchericcio sulle vicende d'attualità, dall'affaire Alitalia alle consuete sparate bossiane, le inattendibili promesse di riduzione delle tasse (con la finale bordata del Berlusca sull'abolizione del bollo auto, così suadente per un popolo di automobilisti), le consuete polemiche di sfondo giudiziario, le incredibili dichiarazioni di Dell'Utri (su Mangano eroe?!?), le gaffes del cavaliere a gettito continuo...sino alle dichiarazioni della bellona Santanché che fa disperare, a sentir lei, Berlusca perché non gliela da.
Per non parlare delle liste, zeppe di veline coscialunga nella PdL, dichiarate o mascherate, e di portaborse nel PD, con qualche velina cultural letteraria anche da quelle parti; e i penosi appelli al voto piddino dei soliti registi, attori, calciatori politically correct; e con una agenda di contenuti dettata a destra come a sinistra da Confindustria; mentre i sinistri arcobalenisti, destinati a dividersi sin dalle prossime europee (altro che "cosa rossa") rispolveravano solo vecchie e fruste visioni operaiste, ecologico, noglobaliste.
Meno male che è finita! E meno male che la TV in questa mesata ha offerto alternative accettabili come la Coppa dei Campioni (a me piace chiamarla ancora così, la Champion's mi fa pensare a una marca di pneumatici).
Ho deciso allora che darò uno, anzi due voti INUTILI, forse INUTILISSIMI, ma per me UTILI, anzi UTILISSIMI, secondo il criterio già adottato nel 2006.
Ho deciso di votare, in perfetta par condicio, l'uno alla Camera l'altro al Senato, un movimento nuovissimo e un partito vecchissimo (il più antico), perché sono gli unici dell'agone elettorale che hanno parlato di VALORI, ossia delle cose che veramente contano quando sono stramorte le ideologie e i programmi e i candidati si somigliano troppo.
La lista di Ferrara (che voterò alla Camera), al di là della moratoria sull'aborto come mezzo contraccettivo soprattutto in Asia, Cina in testa, ha il merito, ai miei occhi, di portare all'attenzione dell'opinione pubblica e di porre al centro dell'azione politica, la questione del valore della vita e della necessità di non rassegnarsi a derive tecnocratico-scientifiche, che sono smentite oggi da quello che dicevano ieri e non ricordano come ieri siano state smentite rispetto alle perentorie affermazioni di avantieri (uso di embrioni per le cellule staminali docet).
La lista del Partito Socialista, a sua volta, riafferma la necessità di un orientamento laico (e non laicista) delle istituzioni, a ogni livello, e di un orientamento riformista aperto alle ragioni della società, senza lasciarsi soggiogare dal mercato (che va regolato e vigilato, nelle sue manifestazioni più estreme) o da orientamenti veterosindacali.
Immagino che l'una e l'altro non raggiungeranno il quorum e mentre Ferrara potrà comunque continuare un'azione politico-culturale sul Foglio e nella società, i socialisti rischiano di scomparire del tutto dalla scena politica come soggetto autonomo.
Ma per me non è questo che conta.
In un panorama politico così piatto, vuoto, desolante, degno specchio della crisi italiana, un voto di opinione sui valori è l'unica cosa che mi appare sensata.
Attendo e accetto le critiche.