lunedì, giugno 15, 2009

FACIMME AMMUINA

E' un riconoscibile falso il celebrato articolo 27 del Regolamento della Marina borbonica del 20 settembre 1841, secondo il quale, in occasione di ispezioni e visite a bordo di altre autorità, per dar l'impressione che si facesse qualcosa di operoso, attivo, importante, gli imbarcati dovessero fare "ammuina"; ossia, come avrebbe prescritto quel regolamento in pura lingua partenopea: "tutte chille ca stanno a prora, vann'a poppa e chille ca stann' a poppa vann'a prora; chille ca stann'a dritta vann'a sinistra e chille ca stanno a sinistra vann'a dritta; tutte chille ca stanno abbascio vanno 'ncoppa e chille ca stanno 'ncoppa vann'abbascio, passanno tutte p' 'o stesso pertuso; chi nun tene nient' 'a fa' , s'aremen' 'a ccà e 'a là ".
Però si deve esser grati a questo falso, di probabile ispirazione antiborbonica, perché descrive in modo plastico, e come meglio non si potrebbe, il senso di un'azione convulsa, frenetica, diretta appunto a dar la sensazione che tutto si muova e qualcosa accada mentre invece accade poco o nulla.
Forse il Cav. ha riscoperto, in una delle sue visitationes casoriane, il detto, e questo spiegherebbe l'ammuina del complotto più o meno "eversivo", evocato nei giorni scorsi, convalidato dal Sen. Cossiga con le rivelazioni di una congiura intesa a detronizzar Silvio per intronizzare Draghi, emblematico campione dei poteri forti delle banche, della finanza, del variegato mondo imprenditoriale e d'interessi che gira attorno alle une e all'altra.
Epperò, anche Max "statista" D'Alema, in omaggio alla sua intervistratrice (che però è di Sarno, provincia di Salerno, e non propriamente napoletana), ha annunziato alla Lucia "scosse", singulti tellurici, probabili sommovimenti politico-istituzionali, senza rivelare né le fonti delle sue divinazioni, né gli esiti che da questi sismi politici dovrebbero sortire (il crollo di Silvio, un'ennesima increspatura del cerone intonachizio della sua immagine di intramontabile sessantenne pure incamminato verso gli ottanta?).
Forse ognuno parla a nuora perché suocera intenda: il Cavaliere per serrare le fila della maggioranza, evocare un nuovo 1994, spaventare i moderati dell'UdC, mandare segnali alla Lega qualora la guardia pretoriana padana volesse in qualche modo smarcarsi troppo o troppo tirare la corda cui tiene avvinto il resto della maggioranza; Max "statista" per evocare l'esigenza che in passaggi delicati e cruciali non ci si dimentichi, appunto, di quanti, come lui, hanno dato prova di autorevolezza e nervi saldi, sin dal difficile passaggio della guerra del Kossovo, quando ha guidato, unico ex comunista della storia d'Italia, il governo; e magari anche per dire al popolo democratico che non è proprio il momento di affidarsi a convulsi conati giovanilisti pensando di affidare il partito ad una giovane quarantenne carina ma troppo immatura e certo "leggerina" come la Deborah Serracchiani.
L'oggetto comune del contendere, sul terreno politico, poi è nientepopodimenoché l'UdC di Casini e Cesa, che Berlusconi, facendo male i conti, aveva immaginato in liquidazione (dimenticadone il radicamento siciliano e territoriale, in quanto partito degli assessori al sud), e D'Alema vorrebbe imbarcata come un qualsiasi Udeur in un'ampia coalizione antiberlusconiana, comprensiva anche della Sinistra radicale nelle sue due declinazioni (S&L, RC-PdCI-Socialisti) e magari, perché no, anche dei pannelliani e boniniani.
Queste "simmetrie" berlusconian-d'alemiane dimostrano, se ce ne fosse bisogno, di quanto sia logora e stantia la visione delle cose nel centrodestra e nel centrosinistra. così legata ai tatticismi e al gioco dei messaggi, così slegata dai bisogni e dalle esigenze della società italiana.
La politica sembra ormai soltanto un reality show, con la sua compagnia fissa di giro, le litigate, i pensieri poveri e debolissimi, laterali anzi periferici, gli orizzonti che non vanno al di là del salotto di Porta a Porta.
E in tutto questo Napolitano corre il rischio di far la parte di una qualsiasi Barbara D'Urso o Simona Ventura, quando richiama all'ordine senza convinzione i concorrenti con il fatidico "Ragaaaaziiiiii".