domenica, aprile 26, 2009

Caos calmo: una rieducazione sentimentale ed esistenziale


Non è un capolavoro "Caos calmo. Almeno io non l'ho percepito come tale, vedendolo ieri in tardissima serata su Sky.

E' invece un capolavoro il modo in cui Nanni Moretti incarna il personaggio di Pietro Palladino, il protagonista, con quello straniamento e quella afasia sentimentale che è tipica di tanti suoi personaggi (i più riusciti) che però in questo film si apre piano piano alla visione degli altri, dei loro bisogni, delle loro incertezze, con uno sguardo finalmente comprensivo e compassionevole ai loro limiti, con il riconoscimento umile dei propri limiti.

Se un evento imprevisto, ma non imprevedibile, come la morte suicida di una moglie depressa e probabilmente trascurata, squarcia il catalogo della quotidianità, dolore e senso di colpa -dice il film- può farsi muta indifferenza apparente, anestetica separazione dagli altri, dal lavoro, dalle abitudini quotidiane.

L'attesa paziente dell'uscita da scuola di una figlia può rappresentare un tempo sospeso, il rifiuto del ritorno alla normalità che improvvisamente rivela la sua anormalità, e quindi l'alienazione nel lavoro, la fuga dalla responsabilità del padre che delega tutto alla madre, l'indifferenza per la moglie di cui non si coglie alcun segno premonitore di una depressione grave.

In questo tempo sospeso, però, la vita intorno fluisce e Pietro la scopre piano piano, nel sorriso di un bambino down che fa ridere azionando l'antifurto della macchina, di una ragazza che porta a spasso il suo cagnone, delle mamme che al bar si raccontano delle piccole malefatte dei bambini, dei colleghi di lavoro che con lui confrontano i propri fallimenti esistenziali e le incertezze di una operazione societaria di fusione con una società americana, di un fratello che mantiene intatta e lucida, nel suo ottimismo, una visione lineare e positiva della vita.

In questo tempo s'inserisce anche il rapporto sessuale con la quarantenne borghese inquieta e insoddisfatta, che Pietro ha salvato dall'annegamento, e che è l'amante del tycoon della società americana incorporante, come una inevitabile esplosione di una energia e di una passione repressa da troppi anni di quotidianità e normalità anormale, come il ricongiungimento carnale e perciò concreto alla vita vera, che fluisce piena nella forza femminile, di cui spesso le donne stesse sono inconsapevoli.

E' una rieducazione sentimentale ed esistenziale dal quale emerge un uomo nuovo, un padre tenero e affettuoso, un fratello comprensivo, una persona più intensa, che solo la bambina scioglie, con la sua semplicità, dal voto della presenza quotidiana davanti alla scuola, riavviandolo ad una nuova più vera normalità di vita.

Nanni Moretti sa incarnare tutto questo con naturalezza, senza sbavature e forzature, accompagnato da un cast di livello, con il bravissimo Alessandro Gassman, la efficace Valeria Golino, l'algida ma fremente Isabella Ferrari.