domenica, aprile 02, 2006
UNA GRANDE NUVOLA DI FUMO
Alle 10.30 in punto il primo blocco di Punta Perotti è andato giù in un nuvolone di polvere. Un amico giornalista, presente in prima fila nell'area stampa attrezzata sulla spiagga di "Pane e pomodoro" prospiciente il complesso edilizio, ha confessato di aver avuto una sensazione sgradevole, l'evocazione, in piccolo, delle immagini più viste del pianeta: il crollo delle Twin Towers.
La dinamica sembra esser stata la stessa: i solai sono collassati, in rapida successione, l'uno sull'altro, il tutto è durato forse tre forse cinque secondi, mentre nell'aria si è sparso un breve boato e l'orizzonte è stato avvolto da un nuvolone di polvere.
Il lungomare sud di Bari era affollato come alla sagra di San Nicola. Famigliole curiose, anziani a passeggio, un po' di ambientalisti e girotondini, qualche compassato militante rifondarolo, motorini, biciclette. Una kermesse. Non si respirava però un'aria euforica. L'evento andava visto e vissuto, certo, ma non ho sentito applausi scroscianti, urla di giubilo, né ho visto "ola" da stadio.
Giustizia è fatta, secondo le sentenze. La politica però non si fa con le sentenze, ma con scelte. Il comune di Bari poteva decidere di abbattere solo in parte i fabbricati, di "segarli", di conservarli, di destinarli a finalità pubbliche. Poteva ma non lo ha fatto. Anche questa è una scelta politica.
Forse se davvero nella landa svuotata dall'ecomostro, sorgerà un parco urbano, se a partire da quella demolizione nascerà un progetto di riqualificazione del lungomare di Bari, come promette il sindaco Emiliano, la distruzione avrà avuto un senso e sarà servita.
Se invece, secondo i costumi della politica nazionale, regionale, locale, quella landa tornerà ad essere un'area brulla e periferica, rimarrà il senso soltanto di uno spreco, ossia di come una città (le sue elites dirigenti, visto che non è stato indetto alcun referendum consultivo per chiedere ai baresi cosa volessero farne di Punta Perotti) abbia rubato a se stessa un patrimonio immobiliare ormai pubblico, e quindi di come abbia scelto di essere un po' più povera, anche se con un angolo di cielo sgombro.
Questo, amici del blog, è il punto, anche se tafazzianamente si preferisce pensare che sia una vittoria della città sui Matarrese, che ormai non erano più proprietari di nulla. Meditate gente, meditate.
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1 commento:
Concordo.
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