Gli ultimi romantici, come i bambini, non capiscono il mondo degli adulti, non hanno vere malizie e dicono quello che pensano e sentono.
domenica, marzo 05, 2006
Questo bambino è l'immagine di una passione felice. Bisogna avere uno sguardo da bambino per conservare intatto lo stupore, la meraviglia, la voglia di capire, in definitiva la passione.
Si, non c'è che dire la foto è bella, il film da cui è tratta è bellissimo, cioé "Era mio padre", raro esempio di titolo italiano forse più felice del titolo originale "Road to perdition". E' uno dei miei film cult, assieme a Moulin Rouge con una meravigliosa Nicole Kidman. Due storie diverse accomunate da un grande amore, tra padre e figlio, la prima e tra un uomo e una donna, la seconda. Storie per cui vale tanto la pena di morire che sia il padre del primo film che la scintillante Satin del secondo muoiono, l'uno crivellato dai proiettili l'altra corrosa dalla tisi (come un tempo si chiamava in modo letterario e gentile la tubercolosi polmonare). Questi due film sono un vero manifesto ideologico per gli ultimi romantici. A proposito, essendo un ultimo romantico manco a dirlo sono tifoso dell'Inter, che assomiglia proprio a wile coyote, corre corre inciampa cade rovina ma non acciuffa mai l'antipatico struzzo bip bip Juventus. Cosa c'entra? Poco, lo ammetto. Sarà che stasera sono anche un po' più giù del solito. Buonanotte a Claudio e Wilecoyote, miei pochi soci del club dei romantici.
Gli ultimi romantici, come i bambini, non capiscono il mondo degli adulti, meglio non capiscono come gli adulti possano dissociare i loro comportamenti dalle loro passioni, in funzione più o meno utilitaristica. Gli ultimi romantici, come i bambini, non hanno vere malizie e dicono quello che pensano e sentono senza curarsi che ciò corrisponda ai loro interessi. Gli ultimi romantici pensano che possa e debba esistere una unità di vita tra cuore e ragione, poiché non sono capaci di dissociazioni che vedono come schizofreniche. Essere ultimi romantici è un privilegio e una dannazione perché si soffre infinitamente di più. Ma non si sceglie di essere ultimi romantici, lo si è.
3 commenti:
Si, non c'è che dire la foto è bella, il film da cui è tratta è bellissimo, cioé "Era mio padre", raro esempio di titolo italiano forse più felice del titolo originale "Road to perdition".
E' uno dei miei film cult, assieme a Moulin Rouge con una meravigliosa Nicole Kidman.
Due storie diverse accomunate da un grande amore, tra padre e figlio, la prima e tra un uomo e una donna, la seconda.
Storie per cui vale tanto la pena di morire che sia il padre del primo film che la scintillante Satin del secondo muoiono, l'uno crivellato dai proiettili l'altra corrosa dalla tisi (come un tempo si chiamava in modo letterario e gentile la tubercolosi polmonare).
Questi due film sono un vero manifesto ideologico per gli ultimi romantici.
A proposito, essendo un ultimo romantico manco a dirlo sono tifoso dell'Inter, che assomiglia proprio a wile coyote, corre corre inciampa cade rovina ma non acciuffa mai l'antipatico struzzo bip bip Juventus.
Cosa c'entra? Poco, lo ammetto.
Sarà che stasera sono anche un po' più giù del solito.
Buonanotte a Claudio e Wilecoyote, miei pochi soci del club dei romantici.
Gli ultimi romantici, come i bambini, non capiscono il mondo degli adulti, meglio non capiscono come gli adulti possano dissociare i loro comportamenti dalle loro passioni, in funzione più o meno utilitaristica.
Gli ultimi romantici, come i bambini, non hanno vere malizie e dicono quello che pensano e sentono senza curarsi che ciò corrisponda ai loro interessi.
Gli ultimi romantici pensano che possa e debba esistere una unità di vita tra cuore e ragione, poiché non sono capaci di dissociazioni che vedono come schizofreniche.
Essere ultimi romantici è un privilegio e una dannazione perché si soffre infinitamente di più.
Ma non si sceglie di essere ultimi romantici, lo si è.
Molto bello questo manifesto. Penso di esserci anch'io. Peccato che non scrivi più.
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